La storia di Big Jim inizia negli USA nel Gennaio 1972, quando la Mattel lo commercializza per la prima volta (Big Jim All Star num. di catalogo 4332).
La prima linea di produzione uscì dalle fabbriche della AURIMAT situate in Messico, permettendo così di contenere i costi, soprattutto di trasporto. Le prime action figure uscite da queste fabbriche hanno stampigliato sulla schiena la scritta “Patent Pending” e sono oggi tra i più ricercati (e preziosi) tra i collezionisti.Il successo iniziale di Big Jim, dovuto anche all’ottima fattura con cui sono realizzati, spingerà la Mattel a varcare l’oceano e ad espandere così il proprio mercato.
Arrivati in Europa, in un’epoca senza mercato unico, arrivano le prime note dolenti. Una ditta tedesca deteneva i diritti commerciali sul nome “Big”e quindi la Mattel non poteva commercializzare il prodotto Big Jim. Nell’allora Repubblica Federale tedesca, in Francia e nel Regno Unito, Big Jim viene distribuito col nome Mark Strong – The Man from Mattel. L’anno successivo la Mattel entra in possesso dei diritti commerciali di sfruttamento del nome e finalmente il nome viene uniformato in quello che conosciamo tutti: Big Jim.
Come conseguenza dell’espansione del mercato a livello mondiale e, soprattutto, di un disastroso incendio delle fabbriche Aurimat in Messico nel 1971, vengono avviate le produzioni ad Hong Kong.
Nella vecchia Europa, ogni stato faceva a se (vedi ad es. il problema “Big” in Germania).
In Spagna ad es. il regime di quegli anni imponeva una produzione esclusivamente propria. Questo costrinse la Mattel a scegliendo un’azienda locale, la Congost. La Congost Utilizzava plastiche mediocri rispetto a quelle degli stabilimenti della Aurimat (anche rispetto a quelle di Hong Kong). A distanza di decenni il problema più comune dei Big Jim prodotti dalla Congost sono le colature sotto le ascelle. Va detto che la Congost è tutt’ora presente sul mercato Spagnolo.
Negli anni successivi verranno avviate produzioni anche in Germania e persino in Italia sul finire degli anni 70 . La fabbrica italiana si trovava a Oleggio Castello, ne venne annunciata la chiusura nel 2005 che divenne operativa verso la fine del 2006. Lo stabilimento è stato poi completamente smantellato intorno il 2008. Rimase solo un piano della palazzina di ingresso come outlet.
Va da se che ogni fabbrica aveva le sue peculiari qualità costruttive…Big Jim è fondamentalmente la risposta a G.I. Joe, la “bambola snodabile” per i “maschietti” prodotta dagli anni sessanta dalla HASBRO. Stesso percorso proverà a fare la Mego con Action Jackson, che aprirà la strada alle celebri serie di personaggi tratti dai fumetti e dalle serie televisive.
Era l’inizio del boom delle action figure “vestibili” destinate ad un pubblico maschile.
Ad onor del vero, va detto che la Mattel aveva già creato un’action figure negli anni ’60: il Major Matt Mason, Mason era ovviamente il frutto del grande interesse per le missioni spaziali di quegli anni, che culmineranno con lo sbarco sulla Luna nel 1969. La serie era però dedicata esclusivamente ad un team di astronauti, con gli evidenti limiti che questo comportava.
Per la sua nuova action figure, la Mattel sceglie un approccio diametralmente opposto (anche e soprattutto al “militare” G.I. Joe). Big Jim è uno sportivo, amante dell’avventura e dell’azione.
Il nostro eroe non era solo. Da subito ebbe sia amici che e avversari. Nella cosiddetta prima serie, denominata comunemente “All Star“, al fianco di Big Jim appare subito Big Jack (1972) creato apposta per avvicinare anche i ragazzini del popolo afroamericani.
Big Jim e Big Jack sono degli sportivi a tutto tondo. Vengono presentati “nudi” in calzoncini corti rossi, con una fascia metallica che possono “rompere” flettendo il braccio e facendo il muscolo. Nella confezione è presente anche una tavoletta che i nostri potranno spaccare in due grazie a un micidiale colpo di karate (ottenibile premendo il grosso pulsante sulla loro schiena).
Big Josh (1973) che rappresenta il classico boscaiolo americano con tanto di ascia e ceppo di legno; e Big Jeff (1974) biondo, lineamenti nordeuropei, dotato di machete (il personaggio più usato nelle pubblicità italiane). Il Dr. Steel (1974) è il loro nemico, un campione di arti marziali calvo, con un drago tatuato sul petto e una mano d’acciaio (ricorda per molti versi l’attore Yul Brynner, mitico Cow Boy robot impazzito di Westwolrd). I film di arti marziali erano parecchio in voga all’epoca e agli americani piaceva vedere il pericolo giallo in ogni dove…
Oltre alle Action Figure vere e proprie escono da subito action set, veicoli e outifit che costituiranno l’ossatura del successo del marchio Big Jim.
Nel 1972 escono la Dune Devil (num. di catalogo 4346), una dune buggy gialla e la Rugged Rider (num. di catalogo 8886). L’anno successivo esce il set Boat’n Buggy (num. di catalogo 8890) , ovvero la stessa buggy dell’anno precedente ricolorata in blu, con un carrello per il traino e una barca per la pesca. Barca che ritroveremo (stavolta gialla invece che blu) nella mitica Roulotte (che in realtà era lo Sports Camper num. di catalogo 4384). La Tenda ( Campin’ Tent num. di catalogo 8873) e il Centro Mobile di Soccorso (Rescue Rig num. di catalogo 9493).
I primi Outfit (i “vestitini”) prodotti sono quasi tutte tenute sportive, legate (fondamentalmente) agli sport USA.
Ecco quindi gli Outfit da Hockey (Winter Sports gear), Boxe, Pilota d’auto da corsa (Race Driver), Calcio (Soccer), Basket, Skin e Scuba Diving (immersioni in apnea o con la bombola), Karate, Sciatore (Winter Sports Gear), Baseball (sia ricevitore che battitore)…
Agli Outfit sportivi se ne aggiungono altri più “avventurosi”. Ecco quindi il completo da Commando (un completo tutto nero con tanto di binocolo e walkie talkie) , da Safari o da… Cow Boy!
La storia di Big Jim prosegue con il capitolo Wolf P.A.C.K.